ALCOL: per saperne di più...
Alcol etilico (etanolo)
L'etanolo è un alcol a corta catena, la cui formula bruta è C2H5OH, il suo numero CAS è 64-17-5.
È anche chiamato, per antonomasia, semplicemente alcol essendo alla base di tutte le bevande alcoliche. È noto anche come alcol etilico o per gli alcolici viene chiamato spirito.
A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall'odore caratteristico. È tendenzialmente volatile ed estremamente infiammabile. La fiamma che produce durante la combustione si presenta di colore blu tenue, ed è molto difficile da vedere in presenza di luce.
È completamente solubile in molti solventi organici - ad esempio il cloroformio - ed in acqua in proporzione 95:5 ed è impossibile ottenere per semplice distillazione un etanolo di purezza superiore. Per questo con la dicitura alcol puro si indica una soluzione di etanolo in acqua al 95%.
Utilizzo
Prodotto in natura dalla fermentazione (detta fermentazione alcolica) degli zuccheri, è l'alcol più diffuso e l'unico adatto al consumo alimentare. È presente nelle birre in percentuali solitamente inferiori al 10%, nei vini in percentuali comprese tra il 10 ed il 15%, nei liquori in percentuali fino al 70%.
In alcuni paesi del mondo, viene usato come combustibile al posto della comune benzina, dato il suo costo molto contenuto, se prodotto autonomamente. Il Brasile è il paese dove più si fa uso di bioetanolo per autotrazione e dove esistono le più grandi centrali di raffinazione di canna da zucchero, da cui si ottiene. In cosmetica, viene ampiamente utilizzato nella produzione di profumi.
È comunemente utilizzato come disinfettante in ambito casalingo. L'etanolo uccide i microorganismi denaturando le loro proteine e dissolvendo i loro lipidi, risulta pertanto efficace contro molti batteri, funghi e virus (compreso il virus della SARS), però è totalmente inefficace contro le spore dei batteri.
Come solvente di resine naturali e nella lucidatura dei mobili, per la preparazione di vernici, quali gommalacca, gomma benzoe, sandracca.
Viene utilizzato come decolorante.
Alcol denaturato
Nei paesi dell'Unione Europea si sottopone a una tassa l'alcol etilico destinato al consumo umano, per limitarne l'abuso. Le industrie che utilizzano l'etanolo per scopi non alimentari vengono esentate dal pagamento della tassa se denaturano l'alcol, che così diventa imbevibile. La formula della miscela denaturante è descritta dal Regolamento (CE) n. 2205/2004 della Commissione del 21 dicembre 2004, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 22 dicembre 2004:
"L’alcole etilico da sottoporre alla denaturazione deve possedere un tenore effettivo di alcole etilico non inferiore a 83 % in volume ed un titolo misurato all’alcolometro CE non inferiore a 90 % in volume. Per ettolitro anidro, aggiungere:
tiofene: 125 g, denatonium benzoato: 0,8 g, soluzione al 25 % p/p di C.I. Reactive Red 24 (colorante rosso): 3 g, metiletilchetone: 2 litri".
Al fine di garantire la completa solubilizzazione di tutti i componenti, la miscela denaturante deve essere preparata in alcole etilico di gradazione inferiore al 96 % in volume misurato all’alcolometro CE. La funzione vera e propria di denaturante è svolta dalle prime 3 sostanze. Infatti il tiofene ed il denatonium benzoato alterano le caratteristiche organolettiche del prodotto rendendone impossibile l'ingestione, mentre il metiletilchetone, avendo un punto di ebollizione (79,6 °C) prossimo a quello dell'alcole etilico (78,9 °C), risulta di difficile eliminazione se non con tecniche antieconomiche e questo agevola i controlli da parte dell'amministrazione finanziaria volti ad individuare eventuali usi distorti. La funzione del C.I. Reactive Red 24 è quella di conferire al prodotto una caratteristica colorazione rossa, che ne permette l'immediata individuazione nella destinazione d'uso."
Metabolismo
L'etanolo, dopo essere ingerito, viene rapidamente assorbito dallo stomaco e dall’intestino tenue e si distribuisce in tutta l'acqua corporea (che, per l'organismo umano, ammonta a circa 0,55 l/kg).
La maggior parte (circa il 90%) dell’etanolo viene metabolizzato nell'organismo, mentre una piccola parte viene eliminata nelle urine, nel sudore e nell’aria espirata: il rapporto di etanolemia (concentrazione di etanolo nel sangue) e aria alveolare (valore misurato con l'etilometro) è relativamente costante, 80 mg di etanolo per 100 ml di sangue producono 35µg/100 ml di etanolo nell'aria espirata.
Il metabolismo comincia già nello stomaco ad opera dell’enzima alcol deidrogenasi (ADH) gastrica, ma per lo più avviene nel fegato per opera di una serie di reazioni di ossidazione. L’etanolo viene prima trasformato in acetaldeide, che viene poi convertita in acido acetico dall'aldeide deidrogenasi. Queste reazioni richiedono un consumo di NAD+, la cui disponibilità rappresenta un fattore limitante nel metabolismo dell’etanolo, motivo per il quale il tasso di conversione dell’etanolo a livello epatico è fisso (circa 8 g o 10 ml all’ora per un uomo di 70 kg).
Un altro enzima che può metabolizzare l’etanolo è il CYP2E1, appartenente al complesso del citocromo P450, che interviene quando la quantità di etanolo assunta supera le capacità cataboliche delle deidrogenasi. Nell'etilismo cronico, l'attività di tale enzima viene indotta, cosa che comporta alterazioni della capacità del fegato di detossificare veleni.
Il metabolita intermedio, l'acetaldeide, è un composto reattivo e tossico che contribuisce al danno da etanolo, mentre un piccola quantità circola nel sangue senza provocare alcun effetto.
Alcuni gruppi etnici hanno capacità metaboliche differenti. Ad esempio nel 50% degli asiatici è presente una variante genetica inattiva di una delle isoforme dell'aldeide deidrogenasi, mentre in altri è presente un'isoforma dell'alcol deidrogenasi con ridotta attività, questo comporta una minore tolleranza e l’insorgere di una sindrome alcolica a dosi etiliche più basse.